Quando puntare sulla squadra sbagliata ti fa vincere (7 lezioni utili).

Ho appena ricevuto una bella lezione di vita che non si è limitata all’accettazione, piuttosto mi ha offerto spunti per cambiare prospettiva sul giudizio, a volte superficiale, che si può dare alle situazioni che si presentano nella vita.

Nei giorni del 25/26/27/28 Aprile si è svolto a Cairo Montenotte (SV) il 24° Torneo Internazionale di Calcio ASD Cairese.

E’ uno tra i più importanti tornei calcistici internazionali, quest’anno riservato ai ragazzi della leva 2005.

Juventus, Inter, Atalanta, Helsinki e FC Gois (Giappone) sono solamente alcune delle 32 squadre di calcio che ne hanno preso parte.

Tra le squadre dilettanti, ha partecipato anche quella di mio figlio Matteo di 13 anni, che gioca da quando ne ha 7, con il ruolo di portiere.

Quest’anno per loro è stato particolarmente difficile dal punto di vista calcistico e il suo gruppo non nasconde evidenti difficoltà tecniche, tattiche e atletiche.

È una squadra composta da alcuni (pochi in verità) ragazzi con una certa esperienza, altri che sono alle prime armi ed infine qualche ragazzo sottoleva (sappiamo tutti cosa significhi un anno di differenza a quell’età).

All’inizio di questa stagione alcuni di loro erano in difficoltà: le tecniche di gioco e la scarsa preparazione fisica costituivano un limite importante, se la squadra non è allineata lo sforzo raddoppia per tutti.

Parliamo di ragazzi di 13/14 anni di età che devono competere in campionato con coetanei che giocano a calcio mediamente da almeno 7-8 anni.

Per il Mister significa lavorare alacremente affinché i ragazzi meno preparati si avvicinino ai livelli dei più prestanti e in così poco tempo è impossibile, credimi.

Il nostro allenatore aveva 3 possibili obiettivi:

  • Sperare che l’anno finisse il prima possibile
  • Puntare solo al risultato
  • Cercare la prestazione

Il primo obiettivo è tipico degli allenatori non preparati “i non educatori”,  per fortuna il nostro Mister non appartiene a questa categoria.

Il secondo obiettivo avrebbe significato illudere i ragazzi persuadendoli a lavorare duro, con estenuanti allenamenti e sacrifici al fine di ottenere una buona posizione in campionato. Questo tipo di approccio avrebbe creato aspettative che sarebbero state prontamente disilluse dallo scarso risultato, ottenendo al contrario una collettiva frustrazione come conseguenza.

Il terzo obiettivo era quello più difficile da realizzare: trascurare il risultato della partita ed essere gratificati dal livello di gioco raggiunto, sia individuale che di squadra.

In questo torneo internazionale i nostri ragazzi, con tutti i loro limiti, hanno giocato contro squadre “decisamente toste” come il Milan, il Genoa, il Lokomotiv Mosca e altri quotati team professionistici e dilettantistici.

Non posso fare a meno di chiedermi quale possa essere lo stato d’animo durante una partita, quando si è “travolti” da ragazzi già strutturati, sia fisicamente che tecnicamente e si ha incassato il quindicesimo gol.

-Morali a pezzi?

-Rassegnazione?

-Attesa che finiscano il tiro al bersaglio il prima possibile?

NO, nulla di tutto questo!

I nostri ragazzi hanno dato il massimo, sempre e fino alla fine.

Grinta, passione e sacrificio non sono mai mancati, in nessuna occasione. Fino all’ultimo minuto hanno lottato con tutte le loro forze per cercare la migliore prestazione.

Sconfitta dopo sconfitta (con 10-15 reti subite ad ogni partita…) sono arrivati a giocarsi la loro “finale” per l’ultima o penultima posizione (NB 31°-32° posto).

Malgrado (anche in questa occasione) tutto sia iniziato col pronostico a sfavore,  i nostri calciatori questa partita sono riusciti a vincerla!

É stato  un momento incredibile: ragazzi con volti stremati, ma esultanti come se avessero vinto la finale di Champions e noi genitori con le lacrime agli occhi a vedere la loro immensa gioia (e parliamo del penultimo posto raggiunto!).

Potete immaginare la felicità e la soddisfazione del loro allenatore che dopo tanto sacrificio e impegno non avrebbe potuto ricevere gratificazione più bella dai suoi ragazzi.

Ancora una cosa sembra inverosimile ed è la prestazione del portiere.

Malgrado sia ancora basso di statura (il più basso portiere del torneo) e tutte le reti subite (oltre 60) non ha mai perso di vista il suo compito: parare, parare e tentare di parare sempre.

Le sue parate, la sua determinazione e il suo coraggio (alcuni attaccanti erano 2 palmi più alti di lui) non sono passati inosservati: è stato infatti premiato tra gli 11 migliori giocatori dilettanti del torneo (su un totale di centinaia di atleti partecipanti).

Una lezione di vita che mi ha permesso di fermarmi un attimo a pensare.

In fondo le regole di una squadra, sia essa sportiva o lavorativa, non sono così diverse.

Così mi sono concesso un paragone con la mia squadra di lavoro e il mondo del noleggio e ne ho trovato molti tratti distintivi in comune.

LE 7 LEZIONI NASCOSTE IN QUESTO ANEDDOTO.

Come capita spesso, le migliori lezioni si hanno quando meno te l’aspetti.

Ecco qui quello che ho imparato da questo aneddoto:

LEZIONE #1: Uniti è meglio che divisi.

Un concetto che è da sempre una parte profonda di me, e grazie al quale ho trasformato il mio lavoro creando l’idea del noleggio a rete locale.

LEZIONE #2: Il Mister conosce  molto bene tutti ragazzi e mette in campo ogni volta la squadra migliore a seconda della situazione di gioco.

Questa lezione ha molta analogia con Rilòc. Come referente unico nazionale, conosce molto bene praticamente tutti i noleggiatori italiani e ogni volta mette in campo la proposta migliore a seconda della situazione specifica.

LEZIONE #3: Avere un focus esatto dei propri obiettivi.

Se non si ha ben chiaro il proprio obiettivo sarà molto difficile realizzarlo, così quando si deve fare un noleggio è fondamentale chiarirsi le idee a fondo prima di richiedere un preventivo.

LEZIONE #4: Conoscere i propri limiti per affrontarli.

Quando si presenta l’occasione di avere un cantiere lontano dalla tua zona, le difficoltà sembrano essere tante, soprattutto nell’affrontare il noleggio dei mezzi da lavoro.

Ma tutto può essere affrontato e superato, con il giusto supporto, per non perdere importanti opportunità di lavoro.

Rilòc è nato proprio per questo.

LEZIONE #5: Non perdersi mai d’animo.

Questa è un concetto che cerco di trasmettere ai miei figli fin da quando erano piccoli e ora lo trasmetto a tutti i miei collaboratori: nella vita e nel lavoro possono capitare momenti difficili, ma è sempre bene convincersi che nulla può piegarti se tu non lo permetti.

LEZIONE #6: Non è importante quanti gol hai preso, ma quanti ne hai parati.

Insomma: concentrati sulle cose che puoi controllare e fai bene quelle. Sarà sempre un buon inizio.

LEZIONE #7: Anche se sei piccolo puoi sempre distinguerti dalla massa.

Questa è una grande lezione che ho appreso dalla mia azienda: ci sono realtà molto più grandi di Rilòc, eppure grazie alla rete di noleggiatori, Rilòc pur non avendo un proprio parco macchine, ha accesso al più grande parco macchine virtuale d’Italia.

Mentre i noleggiatori tradizionali aumentavano la flotta acquistando mezzi, io stringevo accordi di partnership.

Obiettivo simile, ma strategia diversa.

Se ti serve un preventivo per il noleggio sicuro dei tuoi mezzi da lavoro, clicca qui 

Alla prossima,

Tiziano Baiocco

www.tizianobaiocco.it

1 commento
  1. Federico M.
    Federico M. dice:

    Mi stupisci sempre più Tiziano….. Sei un uomo pieno di valori e i tuoi figli lo ricambiano in ogni occasione nei rapporti con tutti….. Chapeau.

    Rispondi

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